Descrizione Progetto

Portare la bellezza nei luoghi del disagio.
Cogliere il profumo delle rose dalla parte pungente delle spine e…
fare della vita un’arte, e di quell’arte una terapia.
Parliamo d’arte, di poesia… di un tramite…
di un verso… di un passaggio…
Scendiamo dalle scrivanie immaginiamoci
un giardino… si è solo humus..
terra feconda che in stato di grazia ci attraversa…
e crea anche il più semplice dei fiorellini.
“Un papavero ai bordi della strada fece impazzire
i fili d’erba di gioia.”
Giocarsi la creatività al limite del volersi bene,
di una riconciliazione con se stessi, con l’autoironia
del guardarsi con leggerezza senza severità da giudizio scolastico… Camminando verso la semplicità
di una spogliazione che porta verso la propria autenticità. “Spossessarsi” da eccessi di orgoglio…
Senza ansia di prestazione, vivere la poesia
non è scrivere poesie ma farsi attraversare sfiorare
da uno stato di grazia (dopo la dis/grazia).
Vivere l’arte senza modelli creativi di perfezione
ma giocarsi la propria fantasia con semplicità
e intuito… Fare di un punto di fragilità un punto
di forza: dal foglio bianco prende forma il colore
più vivo e, soprattutto, spogliarsi del proprio sapere
per farne un unico “sentire”, così… che l’autenticità
ci venga incontro come quel raggio di sole nel chiaro
del bosco… “Il chiaro del bosco è un centro
nel quale non sempre è possibile entrare
lo si osserva dal limite… Non bisogna cercarlo.
Non bisogna cercare.
È la lezione immediata dei chiari del bosco:
non bisogna andare a cercarli, e nemmeno a cercare nulla
da loro. Nulla di determinato, di prefigurato,
di risaputo.” (Maria Zambrano)
Essere noi, creando, quel chiaro di luce,
nel bosco fitto dell’esperienza del vivere…
e sempre con le parole della filosofa Zambrano:
“E in seguito l’essere una volta destatosi,
di mattina o nel centro della notte, a questa luce
che si accende senza che si sappia come nell’oscurità,
se ne ricade… Scrivere, dipingere, creare arte,
è difendere la solitudine in cui ci si trova,
è un’azione che scaturisce unicamente dall’isolamento affettivo,
non comunicabile, nel quale proprio per la lontananza
da tutte le cose concrete, si rende possibile
una scoperta dei rapporti tra di esse”.
(dai: “Chiari del bosco”)
Oltre il giardino al Salone del Broletto:
un catalogo ricco di ospiti talentuosi.
Di persone che con l’arte hanno trovato un po’ di caldo
dentro le loro solitudini, i disagi.
Una mostra dai colori in giocosa altalena:
dalle nere pozzanghere al cielo azzurro terso.

Mauro Fogliaresi

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