Eventi L’autore di fama internazionale che ama il Lario: «Il bianco e nero consente di far emergere l’anima delle cose»
Il maestro Gianni Berengo Gardin nel tempio degli idrovolanti con una Leica digitale firma i tredici scatti del calendario
Tredici scatti per volare alto. Sull’Olimpo della fotografia d’autore. È il calendario ufficiale 2013 dell’Aero Club Como, l’unica struttura europea che si dedica alla formazione e all’addestramento di piloti di idrovolante di tutto il mondo. È un’edizione da collezionisti (può essere richiesta nella sede di viale Puecher), autorizzata da Leica, storica azienda produttrice di macchine fotografiche, che ogni anno invita un maestro a realizzare un reportage. Tra i vari possibili soggetti, l’attenzione del grande Gianni Berengo Gardin si è rivolta proprio all’Aero Club.
In luglio l’autore ha firmato per Leica una trentina di foto con la nuova Leica M Monochrom, digitale che scatta solo in bianco e nero. Poi ha selezionato 13 file, per la copertina e i 12 mesi del calendario. Emozionanti vedute aeree in cui la tecnica dialoga con la natura e che si alternano a situazioni quotidiane che fanno emergere l’elemento umano: il lavoro di tecnici e docenti, le macchine volanti in hangar e, in un emozionante flashback, un aviatore a bordo di un Caproni Ca 100, con indosso i tipici occhialoni anni Trenta. Ci sono poi momenti poetici come il volo di un bimbo fra le braccia del papà, in viale Puecher.
«Sin da quand’ero ragazzo sono appassionato di aviazione, è nel mio Dna – dice Berengo Gardin – Ho collaborato trentenne con giornali di aviazione, e il reportage è stato quindi un ritorno nel mio ambiente naturale. Gli idrovolanti, poi, sono davvero affascinanti: e io adoro i laghi, dato che ho vissuto due anni a Lugano e ho scattato spesso sul Lario. Amo le vostre albe, con la tipica nebbiolina, e il lago con la pioggia. Mi ricorda la mia Venezia dove dal 31 gennaio esporrò alla “Casa dei Tre Oci” una retrospettiva con 140 foto: 55 anni di lavoro dal 1954 al 2012».
Tradizionale “nemico” del digitale («Ormai scattano tutti a mitraglia», dice), Berengo Gardin ha potuto sperimentare le possibilità del sistema numerico sul Lario, rimanendo, con Leica, fedele al bianco e nero che l’ha reso celebre. «Il colore – dice – distrae, attira l’occhio e lo seduce. Il bianco e nero invece consente di far emergere l’anima delle cose. È essenziale per chi come me racconta attraverso gli scatti. E per fortuna oggi la stampa riesce a rendere giustizia al bianco e nero». Proprio come è avvenuto per il calendario 2013, la cui grafica è curata da Tomaso Baj che ha avuto il mandato di studiarla per valorizzare al massimo le foto. La stampa è stata effettuata con una tecnica tipografica speciale, con inchiostro nero e due diversi inchiostri grigi per i toni medi e alti.
Ma cosa significa essere fotografi? «Non sono un artista – dice Gardin – ma uno che documenta quel che vede. Sono un testimone della mia epoca. Uno che abolirebbe per legge artifici come il programma di fotoritocco Photoshop, che permette di taroccare tutto. Le donne sui giornali, ad esempio, sembrano statue da museo delle cere. Una foto passata al computer non è più tale, è un’immagine fittizia, che non ha niente a che vedere con la realtà. E poi, purtroppo, i giovani non raccontano più con gli scatti, preferiscono la foto di moda, di pubblicità, o d’arte, dove si guadagna molto di più».
«È stato un grande onore poter ospitare un maestro della fotografia come Berengo Gardin – dice da parte sua il presidente dell’Aero Club Como, Cesare Baj – e aver realizzato questo calendario sotto l’egida di una così importante e storica casa costruttrice di macchine fotografiche».

Tratto dal Corriere di Como

Originally posted 2015-08-21 11:46:14.

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